La storia


E' difficile stabilire esattamente la data della costruzione della chiesa, ma da alcuni antichi documenti si sa che il terreno su cui sorge fu donato da Christalda Gravili, e che lei stessa dette per l'edificazione 96 ducati in aggiunta alle elemosine raccolte tra i fedeli. Il suo nome antico, cappella della Natività della Beata Vergine, compare in una Santa Visita fatta nel 1653. Ma già nella Santa Visita del 1747 al titolo "Chiesa di santa Anna o della Natività della Beatissima Vergine", si aggiunge anche quello di "san Giuseppe".

La chiesa era sede della Confraternita della Natività della Vergine, una congregazione di laici che seguiva le regole della Compagnia di Gesù, e che precedentemente, (nel 1648), si trovava nella vicina chiesa di san Giorgio, andata distrutta. Nel 1754 anche la Confraternita assume il titolo "della Natività della Beata Vergine e di San Giuseppe". Col tempo, nella denominazione comune, si parla solo di Congrega di san Giuseppe Patriarca.

La chiesa, semplice, ha forma rettangolare con un'unica navata; è lunga 14,70 metri e larga 7,75 metri. Esiste un unico altare dedicato alla Natività di Maria. L'altare fu scolpito nel 1661 da Ambrogio Martinelli, del quale è possibile ancora leggere la firma "AMBROSIUS MARTINELLUS CUPERTINESIS ANC SCULTURA IMPERFECTAM RELIQUIT". Al suo centro c' è una grande e bella tela, probabilmente del XVIII secolo, raffigurante la scena della Natività di Maria Santissima. La tela riprende l'iconografia classica della natività di Maria con santa Anna distesa sul letto dopo il parto, san Gioacchino che tiene in braccio la piccola Maria, ed in primo piano le ancelle che prestano le prime cure alla bambina (una scaldando i panni al fuoco, altre due versando l'acqua in una tinozza). Sopra l'altare vi sono: al centro la statua di san Giuseppe con Gesù bambino in braccio, ai lati le statue di sant'Ignazio e san Bernardino. Da notare alla base delle due colonne tortili, i due piccoli riquadri dedicati a sant'Oronzo: quello di sinistra rappresenta il suo martirio secondo l'iconografia usata dal Coppola nei suoi quadri, mentre quello di destra presenta il santo nella sua veste di protettore. La base della macchina dell'altare è sorretta da dei leoni, spesso usati nella costruzione architettonica degli altari dal Martinelli. Tutto l'altare è riccamente decorato con angioletti, fiori, foglie, ghirlande, così come usava nel periodo di grande splendore del barocco.

Nella chiesa inoltre è possibile vedere, sul lato sinistro rispetto all'altare, la nicchia che ospita la statua di san Giuseppe; sul lato destro invece c'è la nicchia con la statua della Madonna Addolorata.

A cura di Osvalda Scalinci